Ciao, sono Christian: il tuo archidesigner

Creo, progetto e realizzo abitazioni uniche.

Parlano (bene) di me:

Archi…che? Archidesigner!

Hai presente quella sensazione di quando capisci che stai facendo qualcosa di unico?

Marzo 2024

“Beh Christian, quello che fai te non lo fa nessuno”

Denise, madre di Federica, mia cliente.

Mi chiamo Christian Tezza e sono un architetto specializzato nella progettazione e realizzazione di case uniche su misura funzionali cucite attorno alle persone.

Questo lo faccio progettando abitazioni partendo dalla disposizione interna ed arrivando a casa ultimata ed arredata, unendo quello che fa un architetto alla figura dell’interior designer.

È da qui la definizione di Archi+designer, una figura che ti accompagna e ti aiuta a realizzare la tua casa dei sogni con una soluzione progettuale chiavi in mano.

Chi sono, in breve.

La mia vita, la mia storia, il mio sogno.

Costruire, costruire e costruire.

Sono nato una domenica di agosto, non una qualunque. Quel giorno Nigel Mansell, pilota Ferrari di Formula 1 partito dodicesimo, vinse il Gran Premio di Ungheria.
Un vero miracolo, come mi raccontava mio padre, grande appassionato di corse. Forse era un segno, o forse no, tant’è che la mia vita è sempre stata piena di sfide e trionfi inaspettati.

Da bambino, avevo una ed una sola passione: costruire.
Passavo ore e ore a giocare ai LEGO costruendo e distruggendo case, palazzine, centrali dei pompieri e stadi. Le istruzioni, manco a dirlo, restavano dentro le scatole.

Primi progetti.

Crescendo ho deciso di studiare ai geometri dove durante i periodi estivi ho iniziato a frequentare volontariamente diversi studi di architettura.

Mi piaceva ma non sapevo che sarebbe diventato il mio futuro.

Arrivato il momento dell’esame di maturità, presentai un progetto reale: la ristrutturazione di una villetta.

Ero l’unico della mia classe a portare qualcosa di concreto, mentre i miei compagni si limitavano a tesine teoriche.

Ricevetti i complimenti della commissione esaminatrice, un riconoscimento che, per un diciottenne, valeva come un premio Nobel.

In quel momento, capii che la mia strada era tracciata.

Ora riguardandoli mi verrebbe da urlare e strapparmi i capelli da quanto brutto era quel progetto!

Allora, iniziamo a lavorare?

Devo ancora capire perchè ma iniziai ingegneria ma non era proprio la mia strada.

Mi ritirai quasi subito, dopo 6 mesi, tra le lamentele di mamma e papà e le risate di mio fratello per il mio insuccesso.

Non avevo idea di cosa fare, fino a quando mio padre mi disse: “Se non studi, vai a lavorare!”

Ottimo! Peccato che era il 2009: inizio della crisi economica in Italia.

Trovare lavoro era quasi impossibile, ma un giovane architetto di nome Nicola mi offrì un’opportunità mi mise su di una scrivania con un suo vecchio portatile.

Ancora non so come riuscì a darmi fiducia ma eccomi qua, a lavorare per uno studio di architettura.

Era un piccolo studio ma mi divertivo un mondo!

Fu un periodo difficile, ma fondamentale per la mia crescita.

La svolta!

Dopo sei mesi mi riscrissi all’università: questa volta architettura continuando parallelamente a lavorare per lo studio.

Dopo aver conseguito la laurea triennale, iniziai la laurea magistrale e parallelamente a lavorare per un’azienda di design, diventando presto responsabile dell’ufficio tecnico.

Iniziata la magistrale cominciai a lavorare per un’azienda di design della quale divenni presto responsabile dell’ufficio tecnico oltre che magazziniere.

Per la mia crescita questo periodo fu fondamentale: ero a contatto 4 giorni su 7 con falegnami e fabbri da cui appresi tecniche e lavorazioni dei materiali.

Ebbi anche l’occasione di progettare il loro piccolo showroom di cui ancora oggi ricordo simpaticamente la genesi.

Il vero inizio.

Lavorando di giorno e relegando lo studio alle notti ed i weekend mi laureai il 21 dicembre 2015 con 110 con lode presso il Politecnico di Milano.

Dalla gioia di questo risultato passai presto alla quasi depressione.

Il problema che era un periodo economico mondiale veramente buio. Il mercato del lavoro era fermo e io non sapevo dove e come iniziare.

Poi, una stella cadde dal cielo.

Dopo 23 giorni dalla laurea, venni chiamato da un mio ex professore per una collaborazione con il suo studio, uno dei più importanti studi di architettura italiana.

Nel frattempo iniziai anche a fare da assistente a diversi corsi universitari.

Pedalare fa pensare.

La mia carriera prese finalmente il volo e, a 27 anni, mi sentivo un vero architetto.

I progetti che mi venivano affidati erano completi, dall’inizio alla fine, e lavoravo su scala internazionale. Ero finalmente realizzato, ma sentivo che mancava qualcosa.

Volevo creare qualcosa di mio.

Mi dissi: “Non ho figli, non ho mutui, ora o mai più!”

Così, con un pizzico di follia, lasciai la mia “gabbia d’oro” e aprii il mio studio.

P.S. A dir la verità mi ha aiutato anche una piccola follia personale.

Ho preso una bicicletta e sono andato da Mantova a Lienz in Austria insieme a quella che oggi è mia moglie.

Ad oggi è stato il viaggio più bello e meditativo che abbia mai fatto.

Boom!

E come sarebbe stato se non iniziare con il botto: boom!

Minicasa Z, realizzata insieme ad un collega, selezionata per l’anno 2020 tra i migliori 1000 progetti di architettura al mondo.

Questo riconoscimento fu una conferma del percorso intrapreso.

E poi?

Poi arrivò il covid, lo sappiamo tutti.

Un progetto di una casa di nuova realizzazione saltò proprio per questo, feci delle scelte e delle collaborazioni sbagliate e da questo periodo ne uscii con lo scrivere un blog che parla di architettura della casa e che viene letto annualmente da quasi 100.000 persone!!

Ora.

In tutti questi anni lavorando in diversi ambiti e ambienti ho imparato l’uso dei materiali, le lavorazioni e come essi servano per costruire.

Questo mi ha portato a sviluppare un percorso che mi ha portato oggi a concentrarmi nella realizzazione e nello studio di case residenziali su misura.

Il mio obiettivo è chiaro: progettare le migliori case italiane, seguendo ogni progetto con cura e attenzione ai dettagli.

Vedo un futuro in cui continuo a migliorare la vita delle persone attraverso l’architettura, rimanendo fedele alla mia passione e alla mia visione, cercando ogni giorno di rendere questo nostro mondo un posto migliore, un posto dove vivere meglio, una casa alla volta.

Manifesto

Sono quello in cui credo